Cappella Portinari: dove si trova, storia e curiosità

Una delle attività maggiormente amate dagli italiani è di certo viaggiare: chiunque di noi, almeno una volta nella vita, si è messo a fantasticare (magari durante una noiosa riunione di lavoro) su un posto magnifico da visitare. Viaggiare, infatti, permette di ampliare il proprio patrimonio culturale, scoprire nuove tradizioni e culture e rilassarsi notevolmente. Una dei maggiori capolavori artistici mai realizzati è di certo la Cappella Portinari: con questa guida oggi scopriamo dove si trova, storia e curiosità.

Cappella Portinari: storia, curiosità e leggende

La cappella Portinari è presente all’interno della Basilica di Eustorgio a Milano: essa rappresenta la più compiuta testimonianza del Rinascimento lombardo durante l’epoca di Francesco Sforza. La costruzione fu commissionata da parte di Pigello Portinari, il direttore della filiale milanese del Banco Mediceo, e fu avviata nel 1462 e terminata già nel 1468.

L’idea di Pigello era quella di fare della struttura la tomba ed il reliquiario della testa di San Pietro Martire: all’interno del complesso fu sepolto anche egli stesso ma tuttavia, per via dei numerosi restauri, la tomba non venne più ritrovata. Nell’interno della cupola è presente anche lo stemma della famiglia Portinari, la stessa famiglia che commissionò la realizzazione del palazzo del Banco Mediceo presente in via dei Bossi. Il nome dell’architetto che l’ha progettata è ancora del tutto ignoto: in un primo momento il progetto della costruzione fu attribuito a Michelozzo, subito sostituito da Filarete. Molto più probabile è l’attribuzione del progetto a Guiniforti Solari da Carona.

Grazie alle numerose restaurazioni il progetto ora è tornato al suo splendore originario: infatti, durante la peste del 1630, il magnifico affresco era stato coperto ma dopo il restauro del 1952, la cappella ha assunto il suo aspetto primigenio. La struttura dell’edificio si avvicina molto alla Sagrestia Vecchia di San Lorenzo a Firenze, progettata da Brunelleschi: numerosi particolari all’interno della cupola, infatti, si ispirano al modello fiorentino come ad esempio il fregio dei cherubini o il predominante tondo nei pennacchi della cupola.

Tuttavia, nonostante i predominanti elementi risalenti alla tradizione fiorentina, non mancano alcuni dettagli più vicini allo stile lombardo come ad esempio l’esuberanza dell’intero stile decorativo della struttura, ma più in particolare le decorazioni in cotto o anche il tuburio della cupola. Gli affreschi, presenti all’interno della cupola, furono curati da parte di Vincenzo Foppa e tutti dedicati alla vita di San Pietro Martire: uno degli elementi che più colpisce sono proprio le corna disegnate al di sopra della Madonna che culla il piccolo Gesù bambino.

La leggenda legata a questo avvenimento ha molto di suggestivo ed accattivante ed è legata proprio alla vita del Santo. Uno dei doni del Santo, infatti, era quello di convertire gli eretici grazie ai suoi lunghi sermoni: la leggenda narra, appunto, che San Pietro stesse cercando di convertire un uomo illustre che aveva rinunciato alla sua religione per diventare un fedele del Catarismo, dopo aver visto la Madonna compiere quel rito. Allora il santo decise di partecipare alla stessa funzione e vedendo la stessa immagine della Madonna, ma con al di sopra delle corna demoniache, egli esclamò “Se sei la Madre di Dio, ama il tuo stesso figlio!”: a quelle parole l’entità demoniaca sparì e tutti si convertirono al cattolicesimo.