Grotte di Castro: dove si trovano, cosa vedere, orari e costi

Il periodo natalizio è il momento ideale per staccare la spina e abbandonare le proprie consuetudini: e qual è il modo ideale, se non organizzare un fantastico viaggio in un posto calmo e tranquillo dove riprendersi dallo stress lavorativo? Oltre che una soluzione rilassante per allontanarsi dai cattivi pensieri, viaggiare ha anche una valenza culturale in quanto permette di scoprire il patrimonio storico, artistico e naturale che si nasconde all’interno di piccoli borghi. Uno dei posti di maggiore bellezza è proprio Grotte di Castro: oggi scopriamo insieme dove si trovano, cosa vedere, gli orari e i costi.

Grotte di Castro: dove si trovano e storia 

Grotte di Castro è un comune italiano della provincia di Viterbo nel Lazio, con poco più di 2557 abitanti: questo paese, davvero molto piccolo, si posiziona lungo la parte settentrionale del margine del cono vulcanico che ha dato vita al Lago di Bolsena. Ha un’altitudine di circa 400 metri s.l.m e questo permette di godere di un clima non troppo fresco e piacevole; la fauna e la flora presente sul territorio è davvero meravigliosa in quanto il paese è circondato da rigogliosi boschi a pochi chilometri di distanza dal lago Bolsena.

Le origini di questo meraviglioso paesino sono davvero antiche:il nome di Grotte deriva certamente dalla presenza di alcune caverne posizionate al di sotto della rupe dove sorge il piccolo paese. Queste grotte risalgono, indubbiamente al periodo etrusco della cittadina; Grotte, infatti, ospita numerose necropoli di origine etrusca che, con i loro reperti, testimoniano gli usi e i costumi della popolazione dedita all’agricoltura.

In origine questo borgo veniva identificato con il nome di Tiro. I Romani conquistarono questo centro tra il VI e il III secolo a. C ma poi esso fu successivamente raso al suolo da parte dei Longobardi durante l’VIII secolo; il disagio provocato dai Longobardi fu tale che una cittadina vicina alla località fu soprannominata “Valle Muje” ossia “la Valle delle Urla”, un nome certamente evocativo volto proprio a denotare la ferocia e la brutalità dei Longobardi mentre uccidevano la popolazione. I pochi cittadini che riuscirono a sfuggire dalle grinfie dei Longobardi si rifugiarono nei paesini limitrofi di Gradoli, di San Lorenzo e appunto Grotte.

Che cosa vedere

Numerosi sono i posti, di notevole valenza culturale e storica, nel borgo di Grotte di Castro: fra questi troviamo le necropoli di Pianezze e di Vigna la Piazza, il Museo Archeologico e delle Tradizioni Popolari, la Basilica Santuario di Maria SS. del Suffragio e tante altre ancora.

La Necropoli delle Piannezze

Risalenti al periodo etrusco sono proprio le numerose necropoli trovate lungo il territorio di Grotte di Castro: gli Etruschi, infatti, lungo numerosi paesi a distanza di pochi chilometri l’uno dall’altro scavarono migliaia di tombe ipogee. Queste tombe, ovviamente, differiscono a seconda dell’epoca in cui sono state realizzate ma sono perlopiù di tipo a fossa e a cassone.

A circa 3 chilometri dal paese di Grotte di Castro e a poco meno di un chilometro dalla Necropoli di Centocamere, è presente la Necropoli delle Piannezze; questa necropoli è stata ricavata probabilmente dalla cresta di materiale tufaceo di una collina: gli scavi hanno portato alla luce il ritrovamento di un vasto numero di tombe scavate nel tufo. L’architettura di questi complessi prevedevano un lungo corridoio ( il cui nome è Dromos) mediante il quale si poteva accedere alla prima camera e all’atrio.

La Necropoli di Vigna la Piazza

Indubbiamente più vicina rispetto alle Necropoli di Centocamere e delle Piannezze, è la Necropoli di Vigna la Piazza: oltre ad essere la più vicina al paesino di Grotte, è anche il complesso più antico come denotano le numerose tombe a fossa ritrovate. Le tombe a fossa sono state ritrovate all’interno di un circolo di blocchetti di tufo, parzialmente lavorato.

Museo Civico, Archeologico e delle Tradizioni Popolari

Il Museo Civico è diviso in due sezioni distinte dedicate all’archeologia e alle tradizioni popolari: esso mostra largamente e documenta, mediante numerosi reperti archeologici custoditi all’interno del museo, la storia del paese di Grotte di Castro. La sezione archeologica riguarda principalmente le origini del paese, in particolar modo gli aspetti riguardanti la cultura etrusca; all’interno del museo, infatti, sono esposti reperti provenienti dalle Necropoli delle Piannezze e di Vigna la Piazza, come ad esempio vasi di bucchero decorati elegantemente, ma anche armi in ferro e un antichissimo esemplare di un fodero di spada.

La seconda sezione del Museo, dedicata alle tradizioni popolari, mostra lo sviluppo odierno del paese, le sue consuetudini e tradizioni. Con lo stesso biglietto del Museo potrete anche visitare il Parco Archeologico di Piannezze: il periodo di apertura va da aprile a settembre, aperto dal mercoledì alla domenica e nel periodo che intercorre tra ottobre e marzo, il museo è aperto dal venerdì alla domenica.

Santuario Maria Santissima del Suffragio

Il Santuario di Maria Santissima del Suffragio fu edificata, su una struttura già esistente, nel 1625: la struttura preesistente era stata dedicata al San Giovanni Battista e risaliva al periodo dell’invasione dei Longobardi. Originariamente la Basilica di San Giovanni Battista era stata affidata alla giurisdizione del vescovo di Orvieto ma successivamente essa passò alla Diocesi di Montefiascone.

Nei sotterranei della Chiesa, tutt’ora, sono ospitate alcune reliquie di Pio II, che nel 1462 fece dono alla Chiesa di un prezioso reliquiario, composto da una Croce e da un Calice. La decisione di far erigere, al di sopra della struttura preesistente un Santuario, è da attribuire al frate cappuccino Padre Angelo da Ronciglione: la Madonna del Suffragio, a cui è dedicata il Santuario, viene festeggiata ogni anno nella data dell’8 settembre.

Fontana Grande

La Fontana Grande, situata in via Roma, venne inaugurata il 13 giugno 1886 e collaudata dall’ingegnere Mazzanti il 10 luglio 1887: quest’opera fu accolta con grande felicità dalla popolazione di Grotte in quanto segnò la fine dei viaggi estenuanti volti a raccogliere l’acqua dalle sorgenti, distanti più di un chilometro dalla località. La fontana recentemente è stata restaurata e ora è nuovamente in funzione dopo anni di inattività.